Lampadine

La strada era più buia. Quella notte. Dalla finestra.

Lyz aprì il frigo sperando di trovarci qualcosa di più, per cena, che uomini scaduti da tre giorni, come yogurt del discount, quelli a metà prezzo, quelli che non fai in tempo a portarli a casa e già si sono fatti immangiabili.

La vita era più buia. Quella notte. Negli occhi di Lyz.

Qualcuno le aveva abbassato le saracinesche. E, pure se fuori il sole avesse brillato alto, come la luna piena trionfante  sul velluto nero, non avrebbe veduto cosa alcuna ad un palmo dal proprio naso.

Saliva la nebbia. Tutto era foschia, e bruma, e condensa dalla fessura tra le labbra congeste.

Decise che avrebbe dormito da sola. In quella notte scura.

Ché lo yogurt neanche l’aveva mai digerito davvero. Questo decise.

E che non avrebbe mai più cercato la sua stella in una lampadina a basso voltaggio. Fosse stata da frigo, da freezer, da forno o da incubatrice neonatale.

Prese una coperta fatta all’uncinetto. Ci si scaldo’ il cuore.

Incamminandosi sotto uno spicchio di luna ,  verso la sua prima notte senza sogni.

Scalza e con passo lento.

2 commenti

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2 risposte a “Lampadine

  1. Non è la notte senza sogni il problema.
    Ma i sogni senza la notte.

  2. Non è la notte senza sogni il problema.Ma i sogni senza la notte.
    +1

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